Racconto
E' il nostro primo viaggio insieme: Paola confida nell'abilità alla guida di Marco, lui nell'abilità a viaggiare di Paola e tutti e due speriamo di avere fatto la scelta giusta della moto. La meta è il Portogallo.... OK! Ma non possiamo tralasciare soste in paesi come Carcassonne (sud Francia), città come S.Sebastian (paesi Baschi) e paesaggi da ammirare lungo tutta la costa del nord spagnolo. Giunti in Galizia solo al quarto giorno di viaggio decidiamo di visitare un po’ questa regione stupenda ma fino ad ora evitata perché colti impreparati ad affrontare il suo pazzo clima (non c'è giorno senza pioggia!). Ed eccoci qua fra le viuzze di Viveiro, Porto Barquero, las rias de Figueroa y de Fornos, le scogliere di Cabo Ortegal... Con, l’impressione di visitare luoghi incontaminati, derivata anche dal fatto che non incontriamo troppi turisti. Poi il rientro alle città: Lugo con la caratteristica camminata sulle mura che la circondano e la bella cattedrale, si rivela nel complesso decadente. Santiago de Compostela dove giungiamo con una flotta di pellegrini (arrivati perfino a piedi da ogni parte della Spagna) proprio durante la settimana del Santo patrono. L'aria che si respira in città è festiva ma il nostro pellegrinaggio non si ferma qui e proseguiamo verso sud costeggiando l'oceano che in questa terra forma dei piccoli e larghi fiordi chiamati rias. Ci fermiamo sul confine ad A Garda dove la nostra attenzione è attirata dai resti di un villaggio celtico, poi il traghetto sul fiume Minho che ci consegna a Caminha nel paese degli azulejos. A Viana do castelo la banda locale ci da il benvenuto, preceduta da una parata in costumi tipici. Considerando che per quasi tutto il viaggio siamo stati accompagnati dai fuochi d'artificio, trovare feste paesane non è un caso cosi raro. Eccoci a Braga, bella città e noi siamo stati catturati dal vicino santuario Bom Jesus do monte che si raggiunge tramite la bellissima e significativa scalinata per l'ascesa a Dio (noi l'abbiamo fatta ................ in moto!?!). Ogni sera in tenda studiamo l'itinerario per il giorno successivo e come se fosse la moto a guidare noi, optiamo sempre per strade davvero belle (panoramiche e con curve s’intende); come quella che costeggia dall'alto il fiume Douro nell'omonima valle. Attraverso vigneti a terrazze, dove nasce il vino più famoso del paese; arriviamo proprio a Porto. Dedichiamo un giorno a questa città e ne vale veramente la pena, visitiamo anche una "quinta" dove riposa il vino di addirittura cento anni fa e una guida ci spiega (fra un assaggio e l'altro) la storia di tanta bontà. Sulla strada per Coimbra curiosiamo Aveiro e un po' delusi da questa Venezia lusitana ci rifacciamo gli occhi nella città del sapere, poiché Coimbra è proprio un bel saliscendi di stradine che alla sera si riempiono di animazione. Un'altra notevole sosta è stata quella al monastero di Batalha che col suo stile forse un po’ mieloso colpisce senza dubbio. Giriamo fra chiese e monasteri ma è proprio Fatima a non ispirarci una sosta, la attraversiamo solamente; diretti a Tomar dove visitiamo il convento-fortezza dei templari. Risalendo un poco il corso del Tago e passando poi fra vecchie roccaforti e paesi strategici, entriamo nell'Alentejo: la regione più povera del paese. Molto ricorda la Grecia, bianchi paesi, terra arida, olivi e anche querce da sughero; forse monotona questa zona brulla, ma a noi sono piaciuti questi chilometri in solitudine fra Marvao, Portalegre, Redondo e Evora. Quest'ultima oltre ad offrirci il meglio di se, ci ha fatto scoprire nei suoi dintorni: dolmen, monoliti e grotte con incisioni rupestri. La magia di tutto si è un po’ spenta con l'arrivo a Lisbona che grazie ad una serie d’inconvenienti avuti non ci ha fatto ben disporre verso se, il tutto condito dall'ultimo expo del secolo a rendere la città più caotica del solito. A distanza di tempo siamo felici di avere provato i tipici elevadores, ma sinceramente qualcosa in più dalla " Perla dell'Atlantico " ce lo aspettavamo!
Se arrivi nella capitale dal sud è un obbligo risalire un po' la costa e visitare i palazzi di Sintra e le falesie di Cabo da Roca (la punta più occidentale del continente Europeo). Dedichiamo un giorno di mare a Peniche dove il forte vento freddo scoraggia un solo tuffo e c’incantiamo davanti ai mulini a vento e sulle falesie di Cabo Carvoeiro. Un giro ad Obidos valeva proprio allungare un po' di chilometri, prima di rituffarci verso sud. Ripassiamo da Lisbona ma il caotico ponte 25 Abril ci fa scorrere oltre, verso Sesimbra e il vicino Cabo Espichel con ancora stupende e alte falesie. Poi seguiamo la moto che ci trascina sulla Serra da Arrabida la quale offre, viste a picco sull'Atlantico. Traghettiamo sulla baia di Setubal fino a Sines e da lì ci gettiamo in Algarve. Sagres delude, ma i panorami dalle falesie di Cabo S.Vicente e Cabo de Sagres ripagano l'essere arrivati fin quaggiù. Lagos e paesi limitrofi hanno perso il loro fascino di un tempo, ciò sembra dovuto agli innumerevoli alberghi sorti in ogni luogo e che male s’intonano al contorno selvaggio. Faro: ci attrae più delle altre località e ci fermiamo, solo poco.....
Sentiamo già il richiamo dell'Andalusia!
Siviglia non può essere raccontata, ma solo vista! Ci rapisce per due giorni nei quali, incuranti dei 45° gradi la giriamo il più possibile. Poi è la volta di Arcos de la Frontera, un caratteristico paese costruito su una roccia di 160 metri. Attraverso la Sierra de Grazalema scorgiamo in lontananza la rocca di Gibilterra e arriviamo a Ronda, altro bel paese su un’imponente roccia dove per entrarvi è inevitabile attraversare un alto ponte di fine 700 costruito dentro un crepaccio: impressionante! Il tempo stringe e da qui corriamo a Barcellona, dove per questa volta è impossibile passeggiare sulle Ramblas. La città è piena e ogni tentativo di dormirci una notte risulta invano, quindi ci godiamo l'ultima luna spagnola in un campeggio della costa Brava. Il giorno seguente lo passiamo in moto percorrendo più di 1000 km .... ed esausti dormiamo a casa nostra ""Firenze"".
Appena riposati penseremo ai prossimi viaggi, d'ora in poi sempre insieme poiché il trio è risultato affiatatissimo.